TERESINA RIVA – Intervista

 

Non mi piace e non sono abituata a parlare di me. Così quando mi hanno chiesto una presentazione a corredo del sito, ho chiesto al collega Maurizio Vanzini di essermi di aiuto. Ne è nata questa “intervista” che affido alla bontà dei navigatori che avranno la voglia e pazienza di leggerla.

Fra pochi anni Teresina Riva festeggerà le sue nozze d’oro coi condominii. E’ un traguardo importante, raggiunto da poche coppie nella vita coniugale e da pochi lavoratori in quella professionale. E’ un traguardo che testimonia della dedizione e della serietà di una persona avezza a lavorare molto e a parlare poco.

Teresina, non è elegante porre domande ad una signora che possano in un qualche modo ricondurre alla sua età, ma cinquant’anni di carriera significano che hai iniziato a lavorare da bambina …

<<In effetti ho iniziato che ero giovanissima. Mi sarebbe piaciuto entrare al Liceo artistico ma ero indecisa, poi papà mi prospettò l’occasione di lavorare presso lo studio di un suo conoscente ed io accettai>>

Ho capito di chi si tratta, me lo ricordo. Negli anni 70 e 80 a Bresso era molto conosciuto, uno studio grosso e molto ben organizzato.

<<Sì, lui era un consulente del lavoro, poi si specializzò in amministrazioni condominiali. Fu uno dei primi ad organizzare in tal senso la sua attività, ai tempi nessuno faceva solo l’amministratore condominiale. Lui era un grande organizzatore. Dal punto di vista professionale, per me è stato di grande insegnamento>>

Immagino. Tuo padre, lo conosceva bene?

<<I miei conoscevano molte persone perché avevano un’azienda di idraulica ed impianti di riscaldamento, quindi in casa ho sempre sentito parlare di condominii e idraulica. E’ un po’ come se il mio destino fosse segnato>>

Quanto tempo hai lavorato presso quello studio.

<<Ci sono stata, a parte un breve intermezzo di un anno – durante il quale avevo voluto provare un’altra esperienza – per 15 anni. Per me, quell’esperienza ha avuto lo stesso valore di un corso universitario e relativo tirocinio. Inizialmente, dopo un breve periodo di apprendistato, mi occupavo di locazioni, poi i condominii, poi … a diciott’anni ero professionalmente indipendente>>

Evidentemente eri portata e molto capace.

<<Essenzialmente ero molto appassionata di quel che facevo, una passione che mi motiva ancora oggi a distanza di tanti anni. Mi piace lavorare, mi piace il mio lavoro, mi piace farlo bene>>

In effetti, conoscendoti, debbo darti atto di una capacità lavorativa sorprendente. La prima ad entrare in studio e spesso l’ultima ad uscirne, magari a mezzanotte, dopo un’assemblea e 18 ore di lavoro.

<<Non mi pesa molto, perché, come ti ho detto mi piace quel che faccio. Sai, nella vita ho fatto la scelta di privilegiare il lavoro ed il fatto di essere libera da impegni personali mi ha portato a considerare i condominii come mie creature. Io li tratto come tali e la gente percepisce questo amore materno che profondo nel mio lavoro>>

Com’è che hai interrotto il tuo sodalizio con lo studio presso il quale lavoravi?

<<Il titolare morì precocemente nel 1982 ed io che ormai ero il punto di riferimento della maggior parte dei suoi clienti, decisi di saltare la barricata e mettermi in proprio>>

Una scelta coraggiosa. Nel 1983 una donna, giovane e sola, che apre un’attività in un mondo generalmente presidiato dai maschi. Non deve essere stato facile.

<<Facile no. Tutt’altro. Ma è stata una scelta naturale. Io lo volevo e i clienti, che nel frattempo avevano avuto modo di apprezzarmi, me lo chiedevano. Da quel punto di vista è stata una grande soddisfazione. Ho avuto maggiori problemi a relazionarmi con certi fornitori e colleghi che ritenevano di avvantaggiarsi confrontandosi con una giovane donna>>

Avranno avuto modo di ricredersi.

<<Certo. Ero animata da una grande determinazione e da un gran desiderio di affermazione. Se non li avessi posseduti non avrei potuto farcela. Erano quei sentimenti che mi sorreggevano e mi spingevano a tenere anche cinqu/sei assemblee a settimana, a ritornare, sola, all’una di notte, dopo una giornata di lavoro e, a volte, anche a rientrare in studio per preparare il lavoro del giorno seguente>>

Grandi sacrifici.

<<Grande impegno. Sono convinta che, in qualsiasi campo,  il lavoro, la dedizione, l’impegno ripaghino sempre. Mi sembra che al giorno d’oggi molti preferiscano far conto sulla fortuna o sprecare energie in lamenti e rivendicazioni. Io ho sempre creduto nel “fare”>>

Devi ringraziare solo te stessa per i risultati conseguiti?

<<No. Per quanto determinata e motivata, da sola non vai da nessuna parte. Innanzi tutto devo ringraziare le mie collaboratrici. Quelle di oggi, in gran parte storiche e quelle che si sono succedute negli anni. Loro mi sono state di grande supporto, loro hanno sopportato i miei momenti difficili, loro hanno condiviso in parte i miei ritmi di lavoro. Poi debbo ringraziare i miei fornitori. Con alcuni di loro c’è un rapporto consolidato da oltre trent’anni. E’ anche grazie a loro, che garantiscono servizi puntuali e di qualità, che viene maggiormente valorizzato il mio lavoro>>

Poi?

<<Poi debbo ringraziare i miei genitori che mi hanno dato solidi valori sui quali costruire la mia vita professionale, valori che sono diventati profondamente miei, quali la correttezza, la serietà, l’onestà, l’affidabilità. Valori che i miei clienti – che pure debbo ringraziare per la fiducia – hanno percepito ed apprezzato. Infine, debbo ringraziare Bresso>>

Bresso?

<<Sì, pur piacendomi molto viaggiare, sono profondamente legata al mio territorio. Qui sono nata e qui ho il cuore della mia attività. Pensa che settantuno degli stabili che amministro si trovano nel comune di Bresso>>

Complimenti! Praticamente sei un’istituzione a Bresso. Una professionista di spessore con un’intensa  storia lavorativa. Toglimi una curiosità e permettimi un’ultima domanda personale. Calcisticamente, per quale squadra tifi?

Juve, naturalmente.

Ecco, lo sapevo che non potevi non avere difetti!